LUNEDI’ 29 APRILE
Rimango muto ogni volta che mi capita di sentire qualche persona, troppo lesta, nel giudicare il grado di fede di qualcun altro.
Brutta faccenda, perché, se la fede è dono personale che Dio offre ad ogni sua creatura; se la fede è l’espressione di un rapporto profondo e interpersonale tra Dio e la sua creatura; se la fede è l’essenza di una intimità, come può una persona ritenere di conoscere e, addirittura, di poter giudicare tale dimensione presente in un suo simile?
L’arroganza umana, in molti casi, non ha limiti né pudore; la superficialità, in molti casi, si muta in malizia e cattiveria; la saccenza, in molti casi, è sinonimo di ristrettezza mentale.
E pensare che Dio, al contrario, ha un tale rispetto di ogni sua creatura che accetta la sua tiepidezza, le sue dimenticanze, la sua pigrizia, perfino il suo passo rallentato e con amore l’accompagna, l’attende, la sostiene, la corregge, perché solo lui conosce nel profondo ciò che transita nel suo cuore.
Di più, Dio conosce la sua creatura molto più di quanto lei stessa si conosce e si ama; solo lui è in grado di giudicare.
dSB.